Tutti sappiamo mantenere un dialogo, ma siamo efficaci quando si tratta di condurre una conversazione di qualità? Per quanto ci sembri curioso, la risposta è spesso "no". Non tutti padroneggiamo l'arte dell'intelligenza conversazionale, quella che ci consente di connetterci autenticamente con qualcuno scambiando informazioni in modo efficace.
Parlare è anche creare impatto. Non basta solo "piacere". A volte, nemmeno questo è ciò che cerchiamo; quello che vogliamo è che il nostro messaggio arrivi, che siamo credibili e che riusciamo a stabilire una connessione fluida e diretta con l'interlocutore. Tuttavia, qualcosa che vediamo e sperimentiamo frequentemente sono dialoghi in cui c'è qualcuno che non ascolta e che, a volte, arriva a utilizzare la comunicazione violenta.
Ismael Cala, uno dei migliori esponenti nel campo dello sviluppo personale, ci ricorda spesso che ogni comunicazione efficace deve partire dall'intelligenza emotiva. Per quanto riguarda l'arte della conversazione, è lo stesso; le persone dobbiamo imparare a gestire le emozioni, ad applicare l'empatia e a utilizzare in modo adeguato l'assertività.
Imparare a comunicare e mantenere una conversazione dice molto di noi. È la nostra porta d'ingresso per conoscere persone, per migliorare nel nostro lavoro e persino per raggiungere accordi e risolvere problemi.
Vediamo quindi come possiamo imparare a dominare questa strategia così importante.
L'esercizio più fruttuoso e naturale del nostro spirito è, a mio giudizio, la conversazione. Trovo la sua pratica più dolce di qualsiasi altra attività della nostra vita
—Michel de Montaigne—
La conversazione: l'arte di connettersi attraverso le emozioni e il rispetto
Diceva Winston Churchill, con grande saggezza, che una buona conversazione deve esaurire gli argomenti, non gli interlocutori. Così, è comune che a volte incontriamo qualcuno che invece di conversare stabilisce monologhi. Altre persone, invece, si limitano a essere condiscendenti, a confermare ogni commento senza arricchire il dialogo con i propri contributi.
Quando ciò accade significa che è necessario lavorare su vari aspetti del nostro tessuto psicologico. A volte, l'insicurezza ci fa temere di esprimere la nostra opinione. Altre volte, manchiamo di quelle abilità che ci permettono di usare una reale empatia con cui leggere tra le righe e capire certi segnali del linguaggio non verbale dell'altra persona.
È per questo che in questi casi è utile tenere a mente alcuni semplici consigli che ci permettono di riflettere:
Pausa, empatia, necessità: la strategia PEN
Per dominare l'arte della conversazione sarà molto utile interiorizzare la parola PEN. Questo termine integra tre dimensioni chiave:- Pausa. È quell'intervallo di tempo che dobbiamo lasciare passare prima di rispondere a una persona durante un dialogo. Quei secondi di silenzio ci permetteranno di riflettere meglio su cosa dire.
- Empatia. Come abbiamo detto in precedenza, essere capaci di comprendere ed empatizzare con la realtà emotiva dell'altro ci aiuterà senza dubbio a curare molto di più la qualità del dialogo.
- Necessità. Durante una conversazione non dobbiamo mai trascurare le nostre necessità. Chiaramente rispetteremo sempre l'altro, ma è necessario non rimanere in secondo piano, non lasciare che ci sopraffacciano o manipolino. Un dialogo deve essere dinamico; così eviteremo sempre di proteggerci dalla comunicazione violenta.
Curare il tono
Ci sono persone che parlano con un tono di voce troppo alto, fastidioso o irritante. Sono profili la cui voce, senza dire nulla di aggressivo, ci mette già sulla difensiva. La classica frase "non è ciò che dici, ma come lo dici" ci dà un indizio di quell'aspetto che dobbiamo controllare al massimo in una conversazione.
Racconta aneddoti personali per creare fiducia
A tutti piacciono gli aneddoti. Ci piace che ci vengano raccontati aspetti personali perché è un modo di regalare fiducia. Questa è una strategia infallibile usata in ogni conversazione di successo: raccontare aneddoti, narrare esperienze o fatti del passato... È un ottimo modo per rompere il ghiaccio e offrire vicinanza.Ascolta e dimostra curiosità
L'ascolto attivo è quel tendine psichico che dà vita a ogni buona conversazione. Percepire che il nostro interlocutore è attento a noi, che ci ascolta con attenzione, che sa leggere in ogni gesto, parola e dettaglio ci genera comfort e fiducia.Allo stesso modo, è molto opportuno dimostrare curiosità, porre domande senza cadere in un interrogatorio o mostrare un interesse autentico per sapere di più su chi abbiamo di fronte.
Per concludere, qualcosa che gli esperti nel campo della comunicazione ci segnalano è che il nostro grande errore nella comunicazione è che abbiamo smesso di ascoltare. A volte siamo più attenti ad altre cose: i nostri pensieri, il cellulare, ciò che accade intorno... Tutto ciò sono bandiere rosse che sottraggono qualità alla conversazione.
Alleniamo queste semplici strategie. Esercitiamo l'arte del dialogo arricchente, di quella comunicazione empatica con cui raggiungere il cuore dell'altro, lasciare che le parole fluiscano e sorgano gli accordi. Un modo per approfondire molto di più questa abilità è attraverso corsi di sviluppo personale offerti da grandi esperti in questo campo come Ismael Cala.
Perché come diceva George Bernard Shaw, conversare è più che parlare. È un esercizio di saggezza che tutti dovremmo padroneggiare.